Islanda, sosta indimenticabile a Keflavik, con un comodo scalo, molte ore a disposizione e un’offerta culturale davvero insolita.
La WOW Air era una compagnia aerea a basso costo islandese con sede a Reykjavík. Iniziò le operazioni di volo il 31 maggio 2012 e le finì il 28 marzo 2019. I prezzi erano più che appetibili, ma i problemi finanziari ebbero la meglio. In quei 7 anni gloriosi hanno volato ininterrottamente tra Europa e Nord America, raggiungendo il picco massimo di passeggeri nel 2016 con 1,6 milioni di trasportati. Il tutto a un’unica condizione: fare scalo a Keflavik, in Islanda, una cittadina sul mare di circa 8 mila abitanti e distante dalla capitale Reykjavík una cinquantina di chilometri. Ecco un modo subliminale per far venire l’acquolina in bocca ai turisti di passaggio, invogliandoli a tornare per un viaggio alla scoperta di tutte le bellezze che l’isola è in grado di offrire.
Il suo aeroporto, nuovo di zecca, è un tripudio di geometrie, luci e riflessi ed è caratterizzato da un’impeccabile funzionalità. Sostarvi è molto più che piacevole: è quasi un’esperienza sensoriale. Sembra di essere dentro un quadro di Mondrian. Ma se lo stop si prospetta lungo, allora conviene uscire a prendere un po’ d’aria e, condizioni climatiche permettendo, fare una rilassante passeggiata fino al mare. Una camminata di 3700 metri e si è al cospetto dell’Oceano Atlantico.
Il sentiero verso il mare
La passeggiata che collega l’aeroporto con la città di Keflavik attraversa brughiere battute dal vento e casupole di legno colorato che brillano sotto il sole bianco ed emergono nella pioggia come fari alla deriva. Il litorale, invece, è una linea spezzata di scogli scuri e appuntiti dove fanno la spola alcune piccole barche di pescatori. Oltre al suo forte legame con i popoli vichinghi e al suo essere stata un punto cruciale durante la Guerra Fredda come luogo di monitoraggio del traffico marino e sottomarino, Keflavik è famosa soprattutto per la sua fiorente scena musicale degli anni ’60 e ’70. “Bítlabærinn” la chiamavano, “Città dei Beatles”. In Islanda? Sì.
Vichinghi e Rock ‘n’ Roll!
Per gli amanti di saghe, leggende e storia locale, c’è il Viking World, il Museo dei Vichinghi. Progettato dall’architetto Guðmundur Jónsson, la sua struttura richiama la dura bellezza di una navevichinga l’islandese. Inaugurato nel 2009, il Museo è composto da cinque sale espositive, ognuna delle quali è una finestra sulla storia millenaria di questo popolo e su quel loro particolare stile di vita che, nel corso dei secoli, lo ha reso cosi affascinante e misterioso. L’attrazione principale del museo è la magnifica riproduzione di una nave vichinga islandese realizzata da Gunnar Marel Eggertsson, nel 1996, su modello di un’imbarcazione del IX secolo. Il costruttore, per renderla il più somigliante possibile all’originale, ha adoperato gli stessi materiali e lo stesso metodo di costruzione.
Il Museo del Rock ‘n’ Roll, invece, è una vera e propria chicca che potrebbe addirittura fare invidia a quello di Cleveland, negli Stati Uniti. Tutti conosciamo gli artisti islandesi quali Björk, i Sigur Rós e molti altri. Ma cosa realmente sappiamo della loro storia? Qual è il loro background? E in che modo hanno raggiunto il loro successo? A rispondere è proprio il Museo del Rock ‘n’ Roll, un’immersione nel pop rock islandese dove gli ospiti possono non solo approfondire il percorso di ciascun artista ma anche ascoltare la sua musica grazie all’app “Rock ‘n’ Roll” disponibile sugli iPad in dotazione durante la visita. E per chi ha voglia di cimentarsi in quale vocalizzo o assolo strumentistico, c’è persino un laboratorio musicale dotato di tutto il necessario per sperimentare e divertirsi a suon di note.