Kindzmarauli. Ed è amore al primo assaggio

Kindzmarauli: o lo si ama o lo si odia. In entrambi i casi, sorprende, trascende ogni aspettativa e diventa inevitabilmente indimenticabile

Kindzmarauli. Non ci stanchiamo di ripeterlo. Per noi è diventato un mantra e ad ogni sorso, una continua sorpresa. Certo, non possiede un nome facile da ricordare. Ma è il suo sapore a essere indimenticabile, come la storia che porta con sé e che lo rende un prodotto unico, inimitabile, originale, spavaldo e galante allo stesso tempo. Seducente, addirittura. Gli aggettivi si sprecano. Ma di questo eccellente vino georgiano non deve andare perduta neanche una goccia. Sarebbe un peccato quasi mortale. Ora vi racconteremo tutto di lui: le sue origini, le sue peculiarità, i segreti che cela e dove degustarlo. Ci rivolgiamo agli estimatori ma anche ai bevitori occasionali e ai semplici curiosi. Ma attenzione! Il Kindzmarauli ha potenzialità nascoste che potrebbero anche arrivare a far vacillare le vostre certezze enologiche e minare le basi del vostro equilibrio psico-etilico. Detto in parole povere: è un vino che, almeno una volta nella vita, dovete provare. Volete mica lasciare il Caucaso senza averlo assaggiato?

Tutto iniziò – pare – 7000 anni fa…

Diciamo innanzitutto che il Kindzmarauli non è una tipologia di uva, bensì un vino. Proviene dalla valle del Kakheti, nel sud della Georgia, zona caratterizzata da un terreno finemente sassoso di colore grigio-blu quasi completamente privo di humus nutriente e i cui elementi necessari per la crescita e lo sviluppo delle piantine si ottengono dal gesso, arricchito con argento e oro. La combinazione vitigno-terreno non può essere replicata in nessun’altra parte del mondo, perciò o lo si produce in questo territorio o non lo si produce affatto.

L’uva utilizzata è l’antica qualità Saperavi. La tecnologia di fermentazione, invece, avviene rigorosamente nelle brocche qvevri, contenitori di terracotta – molto simili alle anfore greche – utilizzati per la vinificazione fin dagli albori della storia e interrati per sfruttare al massimo il controllo termico naturalmente conferito dal terreno. Pare che la loro origine risalga addirittura al 5000 a.C., valore storico che è valso loro l’inserimento di diritto nella lista a Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Cosa succede, intanto, dentro le giare nel corso dei 2 anni nei quali si lasciano le uve a meditare? Accade che la temperatura interna, essendo costante, induce a un rallentamento della fermentazione e a una non elaborazione completa dello zucchero da parte dei lieviti, circostanze che permettono di ottenere un vino dal gusto naturalmente dolce, senza che sia necessario ricorrere a dolcificanti aggiuntivi.

Tutte le sue caratteristiche a portata di sorso…

La produzione del Kindzmarauli è bassa e limitata. Come tutte le cose preziose, del resto. Dal punto di vista delle sue tipicità organolettiche, è un vino dal sontuoso colore rubino che – pensate un po” – non cambia sfumatura neanche se diluito con acqua (ma voi non fatelo, vi privereste ingiustamente del suo meglio). Al palato, si offre moderatamente denso, vellutato, burroso, con astringenza non invadente, retrogusto lungo e un bouquet luminoso, aromatico, ricco, a tratti luppolato, con note di mora, albicocca, prugna, melograno, ribes nero affumicato e ciliegia matura. Lascia dietro di sé una scia che nessuna parola sarà mai in grado di descrivere.

Abbinamenti?

Non essendo un vino da tavola, non è consigliabile pasteggiare con il Kindzmarauli o, in generale, berne in elevate quantità. Meglio piuttosto riservarlo per i gran finali, quelli a effetto sorpresa che lasceranno di stucco i vostri invitati o la vostra dolce metà che di tutto si aspettava fuorché essere sedotta con tali ardite modalità! Ma se proprio ci tenete tanto ad abbinarlo con un piatto di portata, allora scegliete un secondo di carne, purché sia cotta sul fuoco. Per i dessert, invece, provate con un tagliere di formaggi morbidi e noci, una delicata mousse di cioccolato o con una panna cotta al caramello salato. Consigliamo di non servire mai questo vino freddo, ma a una temperatura di 10-12° C, affinché possa liberamente sprigionare tutto il suo audace potenziale.

Di cosa avete bisogno ora? Di un biglietto aereo per atterrare a Tbilisi, un taxi per spostarvi nel Kakheti e un appuntamento presso l’Azienda vinicola Shumi dove finalmente lasciarvi andare ai piaceri enogastronomici della vita!

Geolocalizzazione dell’Azienda vinicola Shumi

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