Merletti di Halas, mai visto nulla di simile!

I merletti di Halas, nati nel 1902, sono l’orgoglio dell’Ungheria nel mondo, dal 2010 ufficialmente patrimonio intellettuale nazionale

La piccola cittadina di Kiskunhalas ha un segreto di lunga vita. Un elisir che la mantiene attraente dal lontano 1902: i suoi merletti, un capolavoro artistico ed emozionale unico al mondo. Una vera e propria opera di ingegneria del ricamo che si è ufficialmente tradotta, dal settembre 2010, in patrimonio culturale intellettuale, ambasciatore e orgoglio nazionale. Lo testimoniano le innumerevoli personalità che hanno ricevuto in dono questi preziosi pizzi dal valore ormai davvero inestimabile. da Carlo I d’Austria e la sua consorte Zita di Borbone alla regina Giuliana dei Paesi Bassi; dalla principessa Hitachi del Giappone alle mogli dei presidenti di Libano, Cipro e Stati Uniti; dalla regina Elisabetta d’Inghilterra alla bella Rania di Giordania. In ultimo, persino Papa Giovanni Paolo II, nel 1996.

A tributare questa lunga tradizione artigianale, mettendo in mostra i migliori capolavori mai realizzati, è il Museo del Merletto, situato proprio nel centro di Kiskunhalas. Non appena si varca la soglia, si viene immediatamente avvolti da un ambiente semplice e raffinato, per buona parte deliziosamente ammantato di blu, un colore che calma i sensi e li prepara alla contemplazione dei tanti lavori qui conservati con cura quasi filiale. Lavori densi di dettagli dall’ineguagliabile minuziosità e così densi di particolari da sconvolgere lo sguardo, rendendolo del tutto incapace di volgere altrove – neanche per un secondo – la propria attenzione. Ad ammirare i soggetti raffigurati – che spaziano dal mondo animale ai fiori, dai mestieri agli stemmi araldici – c’è da perdere la testa!

Narra una leggenda…

Narra una leggenda che il merletto sarebbe stato introdotto, in epoca antica, dai Sassoni, popolo che sì stabilì sul territorio per lavorare nelle miniere e le cui mogli etano solite trascorrere le ore libere lavoravando appunto al tombolo. Ma c’è anche chi ha dato credito ai racconti di un narratore bizantino che vide, presso la corte di Attila, re degli Unni, donne e ragazze ricamare curiosi motivi e ornamenti sui loro abiti. Una storia che il tempo ha poi arricchito e colorato con ulteriori curiose sfumature…

Dal 1902 a oggi

La tecnica del merletto è un’arte che viene scrupolosamente tramandata di generazione in generazione, con l’unico obiettivo di portare bellezza nella vita quotidiana di tutti i giorni: dagli abiti ai fazzoletti, dai più classici centrotavola ai ciondoli. A disegnare i primi progetti di pizzo fu tale Árpád Dékáni, nel 1902. A realizzarli, invece, Mária Markovits, le cui opere vennero poi presentate all’esposizione mondiale di St. Louis, nel 1904, è in quelle di Venezia e Milano. Inutile dire che in tutti i tre i concorsi si aggiudicarono il primo premio.

Fu nel 1935, che venne istituita a Kiskunhalas la Casa del Pizzo, laboratorio che rimase attivo fino alla Seconda Guerra Mondiale per poi riaprire al termine del conflitto con la creazione della Cooperativa dei Lavori a Domicilio. A dare ulteriore manforte a questa attività – e a codificarla in un vero e proprio mestiere – fu, invece, la trasformazione della produzione di merletto in un ramo autonomo delle arti industriali. Un successo! Era il 1977.

E adesso qualche numero!

Lo sapevate che ci vogliono almeno 2 anni di corso per apprenderne la tecnica? Tecnica che prevede la capacità di realizzare oltre 60 tipologie punti. I piccoli prodotti (2-3 cm) vengono eseguiti in 4 o 5 ore. Ma sono quelli grandi a costituire il grosso della produzione: si parla anche di 5000 ore di lavoro. Il “manuale” prevede, inoltre, che, su ognuno degli esemplari prodotti, ci debbano rigorosamente lavorare due artisti: uno per il pizzo e l’altro per i contorni. Il materiale utilizzato? Fili di seta e di metallo, con una base di lino. Nota a margine: scordatevi i lavori in serie e le riproduzioni. Ogni pezzo è unico! E a prova di ciò, viene sempre corredato del certificato che ne attesta la qualità – e singolarità. Potrebbe essere altrimenti?

Geolocalizzazione del Museo del Merletto di Halas

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