A visitare la Moschea Šarena, detta anche Moschea colorata, a Tetovo, c’è da rimanere accecati. Il suo interno è una sinfonia di colori senza precedenti, un lungo viaggio attraverso le immagini che sulle sue pareti avvampano più di una visione.
La Moschea colorata, situata nella parte vecchia della città, è uno degli edifici più iconici della Macedonia. Un dilemma attanaglia gli storici: quando è stata costruita? Secondo alcuni, nel 1495. Altri, invece, sostengono che risalga al 1564. Su una cosa tutti concordano: la data di ampliamento e restauro che campeggia sopra l’ingresso principale. Era il 1883, infatti, quando Abdurrahman Pasha, governatore della provincia ottomana di Tetovo – ma anche grande appassionato d’arte – decise di sovvenzionare la rinascita di uno dei luoghi che aveva più a cuore.
Se la Moschea Šarena ha un posto d’onore nelle antologie dell’architettura islamica, è per la sua unicità del suo stile barocco e neoclassico ottomano. A pianta quadrata, spicca per gli ornamenti geometrici a opera degli esperti maestri di Debar, nonché per gli affreschi, stupefacenti nel loro genere. Un libro aperto è questo prezioso tempio: da leggere, decifrare e in cui piacevolmente perdersi.
Un dettaglio primeggia su tutto: la fila delle città dipinte a cornice lungo il perimetro superiore delle parete: Venezia, Costantinopoli, Granada e una rara (se non unica) raffigurazione de La Mecca, introvabile nel resto dell’islamizzato territorio del sud-est europeo.
Infine, due curiosità. La costruzione della maggior parte delle moschee dell’epoca era principalmente sovvenzionata da sultani, bey o pascià. La Moschea Šarena, invece, fu finanziata da due sorelle che vivevano in città, tali Hurside e Mensure, oggi sepolte all’interno del türbe ottagonale collocato nel cortile fiorito dell’edificio. Una leggenda, inoltre, aleggia sulla moschea. Vi accorgerete come i suoi colori siano ancora straordinariamente vivaci, nonostante i secoli. Si mormora che, per proteggerli, siano stati utilizzati ben 30 mila albumi d’uovo. Cosa ne abbiamo fatto dei tuorli, resta però un mistero…