Pace e silenzio allo “Stagno del Drago Nero”

Sembra creato per trasmettere pace, il bellissimo Heilongtan, (ormai, ahimè, più noto col nome inglese di Black Dragon Pool), lo “Stagno del Drago Nero(cinese semplificato: 龙潭; cinese tradizionale: 龍潭). È forse l’angolo più pittoresco del meraviglioso Yu Quan Gong Yuan, il Parco della Giada di Primavera, situato ai piedi della Collina dell’Elefante. Qui si può addirittura arrivare a piedi, direttamente dal centro storico di Lijiang, una delle antiche capitali della Cina, oggi nella provincia dello Yunnan.
Questo magnifico scenario è opera dell’uomo: fu costruito nel 1737 durante la dinastia Qing e, stando fermi al centro del suo ponte di marmo, è possibile ammirare la montagna più alta della regione, il Picco della Neve e del Drago di Giada.
In passato, durante le estati più secche, lo “Stagno del Drago Nero” veniva svuotato, perché per la mancanza di altre fonti di irrigazione era l’unica fonte di acqua per la vallata adiacente. Ma dal 2010 il governo dello Yunnan ha dichiarato il parco Area di Conservazione dell’Acqua e dopo aver risolto qualche problema con i contadini (costruendo nuovi canali d’irrigazione) dal 2014 lo stagno è sempre pieno di acqua e può essere ammirato in tutta la sua bellezza.
Ma lo “Stagno del Drago Nero” è solo un settore dello Yu Quan Gong Yuan, un parco immenso che presenta diversi templi e padiglioni. Come il Deyue Lou, Il Padiglione che abbraccia la luna (cinese semplificato: ; cinese tradizionale: ), costruito alla fine della dinastia Ming, ma distrutto da un incendio nel 1963. Quello che si può visitare oggi è una riproduzione.
È invece intero e originale il Tempio di Longshen (cinese semplificato: 龙神 ; cinese tradizionale: 龍神 ), noto anche come Tempio del Dio Drago, costruito dalla popolazione locale dei Naxi nel 1737. E poi la Torre Wufeng, o Torre delle Cinque Fenici, costruita nel 1601, al confine nord del parco. La parte più suggestiva però è sicuramente Bei Lin, “La Foresta di Pietra”, un luogo fuori dal mondo e dal tempo, dove camminare senza inciampare è quasi impossibile, perché si è troppo presi dal guardare in giro. Ma di Bei Lin vi parlerò un’altra volta…

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