Il Lago dell’Occhio Blu: le mille sfumature dello Syri i Kaltër

Il Lago dell’Occhio Blu “Syri i Kaltër” sorge alle pendici del Monte Gjere, nel cuore dell’Albania, con le sue 18 sorgenti che formano una meraviglia naturale capace di togliere il fiato.

Fra tutte le (tantissime) meraviglie naturali dell’Albania, il lago “Syri i Kaltër” (Lago dell’Occhio Blu) è sicuramente la più spettacolare. Pur trovandosi a soli trenta chilometri da Saranda, località molto frequentata, ultimamente anche da italiani, è però ancora un luogo incontaminato, lontano dai grandi flussi turistici.

La meraviglia

Il Lago dell’Occhio Blu deve il suo nome al colore delle sue acque, un blu profondo, quasi innaturale, tanto più intenso quanto più ci si avvicina al suo centro, mentre intorno le acque sono color turchese e verde smeraldo, quasi a ricordare l’iride dell’occhio, e la vegetazione circostante, lussureggiante e particolare, con felci giganti, querce e sicomori, ricorda le ciglia.
Si tratta di un luogo magico, dove le acque di 18 sorgenti, provenienti dal vicino Monte Gjere (in italiano, Monte Largo), si uniscono a formare una piscina naturale.

Il mistero

Ma non basta, perchè il Lago dell’Occhio Blu contiene anche un piccolo mistero: la sua profondità massima, che si stima sia intorno ai 50 metri, non è mai stata accertata. ufficialmente: molti sub hanno cercato di arrivare fino in fondo in passato, ma non ci sono mai riusciti, perchè le correnti sottomarine hanno fortissime spinte ascensionali, che disturbano fortemente le discese. L’unica misurazione ufficiosa fatta finora, si deve al noto subacqueo, e allo stesso tempo giornalista, albanese Xhemal Mato, che alcuni anni fa, insieme ad un compagno, si calò nel lago aggrappato ad un’ancora, legata ad una fune in superficie.
Un altro ostacolo all’esplorazione completa del Lago dell’Occhio Blu è la temperatura dell’acqua, che resta sempre su valori gelidi, non superiori ai 10 gradi, anche in piena estate. Solo pochi coraggiosi azzardano un veloce bagno.

Durante una precedente immersione nel Lago dell’Occhio Blu, ancora Xhemal Mato, nel 2002, aveva sistemato, ad una profondità di 20 metri, un “quaderno subacqueo con matita” (una grossa pietra con un piccolo bisturi per inciderla) su cui coraggiosi sub che riescono ad arrivare a quella profondità possono scrivere il loro nome. Dopo una decina d’anni, la pietra fu portata brevemente in superficie per verificare: sopra c’erano parecchi nomi stranieri, soprattutto tedeschi, francesi e italiani.

La leggenda

Ma non è tutto: come ogni meraviglia naturale che si rispetti, anche il Lago dell’Occhio Blu è legato ad una leggenda, quella del serpente gigante.
C’era una volta un terribile serpente gigante che un giorno, svegliatosi da un sonno millenario, era uscito dalle acque di Saranda e Delvina, dove viveva, proprio al congiungersi del mare e del fiume. Al ponte della città di Saranda, c’era una piccola fonte, alla quale moltissime donne e bambini attingevano acqua. Mentre le donne stavano prendendo l’acqua, arrivò il serpente che le mangiò tutte. Ancora affamato, il rettile si avviò verso Sopot e, durante il viaggio, mangiò branchi interi di bestiame e divorò anche due pastori.

A Sopot un vecchio saggio propose allora di caricare della legna secca sulla schiena di alcuni asini e accenderla. Quando il serpente si avvicinò per divorare la persona che stava dando fuoco alla legna secca, questa riuscì a gettarsi di lato, e il rettile divorò gli asini, ma le fiamme cominciarono a bruciarlo dall’interno.
Il serpente cadde a terra, proprio alle pendici del monte Gjere e mentre bruciava urlò: “Dove sei tu, mare, che hai generato la mia testa? E tu, fiume, fratello mio?”.
Improvvisamente, il mare e il fiume i avviarono verso di lui, e coprirono il serpente e la grande buca che aveva creato dimenandosi nella sua agonia alle pendici della montagna. Da quel momento, il monte e l’acqua del mare sono uniti l’uno con l’altro come padre e figlio.

Geolocalizzazione del Lago dell’Occhio Blu

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